Il Museo Arcidiocesano sarebbe già pronto qualora le nostre autorità ne capissero l'importanza, che deriva dal prestigio del suo contenitore ovvero il seicentesco Museo di Santa Chiara in pieno centro e la magnificenza del contenuto, il tesoro di Aquileia e la Donazione Teresiana. Oggetti di devozione, tiare, busti argentei che descrivono una struttura di caratura internazionale che potrebbe anche essere al centro dell'attenzione regionale.
Un museo che, in pieno centro storico, a due passi da Piazza Vittoria e del Mercato Coperto renderebbe più consistente, completandola, l'attrattività di una città che si appresta, con Nova Gorica, a diventare Capitale Europea della Cultura. Una struttura fissa, prestigiosa, che permetterebbe anche dopo il fatidico 2025 di promuovere finalmente Gorizia come meta turistica di una certa importanza, offrendo un itinerario che comprende il Castello e il suo Borgo con il Museo della Grande Guerra, i tesori di Villa Coronini, la Pinacoteca di Palazzo Attems Petzenstein che speriamo sarà presto restituita alla potestà dei goriziani insieme all'inestimabile Archivio Provinciale.
L'Arcivescovo Padre Bommarco insieme all'allora assessore alla cultura Antonio Devetag si spesero per questo progetto che nel quadro del Giubileo del 2000 consentì la restituzione alla città dell'edificio di Santa Chiara il cui restauro fu finalizzato esclusivamente a contenere il Tesoro dell'Arcidiocesi: in merito pubblichiamo la cartina ragionata di come avrebbe dovuto essere allestito il primo piano. La Fondazione Carigo, allora presieduta da Franco Obizzi, mise a disposizione del progetto una cifra che attualmente equivarrebbe a circa 600mila euro. Un'iniziativa tutta "goriziana" che avrebbe dovuto arricchire la città mostrando finalmente manufatti di grande bellezza fino ad oggi celati in qualche caveau.
Comune e Curia si sono improvvisamente svegliati quest'estate, dopo essere stati sollecitati mille volte da Gorizia3.0 che parlò del problema fin dalla sua nascita. In merito avevamo ricevuto adesioni, miste allo stupore di quest'occasione persa, anche da religiosi goriziani: l'idea di base, almeno a quanto pubblicato finora, è di fare una mostra del tesoro in questione distribuita in tre sedi espositive: Gorizia - e ci mancherebbe - Nova Gorica e Aquileia.
Un'iniziativa che deve partire tenendo conto che questo tesoro appartiene a Gorizia dal '700, Maria Teresa d'Austria regnante , e che ha un senso soltanto se legato alla creazione di un'esposizione permanente. Il Museo. Costa farlo? Monfalcone ha recentemente dato il via a un suo Museo sul Medioevo, Udine punta le sue carte sui Musei, rigorosamente Civici, Gorizia non riesce a organizzarsi con la Regione per un Museo di portata continentale in vista del 2025?
Kevin Cucit